Gli hackers riescono a sferrare attacchi sempre più massivi e il rispetto delle normative non è mai stato così importante. I “cybercrimes” sono il pericolo del momento ma le aziende evitano di denunciare i fatti e sottostare ad estorsioni per non incorrere in sanzioni e tenere alta la reputazione.
ll cybercrime, purtroppo, è un fenomeno in continua espansione: gli attacchi informatici dal 2015 sono aumentati del 300% e l’80% delle imprese europee ha subito almeno un incidente cibernetico durante il 2016. Il quadro fornito dall’ultimo Rapporto Clusit ( l'Associazione italiana per la sicurezza informatica, presentato a Verona nel corso del Security Summit ) ci parla della situazione mondiale nei primi sei mesi del 2019. Sono 757 gli attacchi gravi registrati, in crescita dell'1,3% rispetto allo stesso periodo 2018. A preoccupare, principalmente, è il dato relativo proprio al cybercrime, ovvero gli attacchi compiuti per estorcere denaro: rappresenta l'85% delle aggressioni a livello globale, in crescita dell'8,3% rispetto al primo semestre 2018.
Il reato informatico (o cybercrime) consiste in una attività criminosa, analoga a quella tradizionale ma caratterizzata dall’abuso di componenti della tecnologia dell’informazione (sia hardware che software).
Il settore della Sanità è tra quelli più colpiti: da gennaio a giugno 2019 ha subito un aumento degli attacchi del 31% rispetto al primo semestre 2018, sono stati ben 97 quelli gravi registrati a livello globale. Mai dal 2011, anno della pubblicazione del primo Rapporto Clusit, notano gli esperti "questo settore è stato così bersagliato". Il numero di casi censiti è aumentato del 98% rispetto al 2017. Oltre a rubare dati personali e innescare truffe o frodi, questi attacchi possono mettere a rischio una struttura sanitaria e la salute dei pazienti
Cartelle telematiche, profili dei pazienti registrati su supporti elettronici, conversazioni Whatsupp per consulti o richieste di appuntamenti sono il bersaglio più ambito degli hackers.
Mai come adesso le cliniche, gli studi medici, i professionisti, devono dotarsi non solo delle dovute precauzioni informatiche ma anche di un’assicurazione specifica a protezione dai cybercrimes.
A preoccupare sono le tecniche d'attacco usate, spesso banali e poco costose. Tra queste il 'phishing' e il 'social engeneering', cioè lo studio del comportamento di una persona per carpire informazioni online: insieme mostrano una crescita del 104,8% su anno.
L’enorme sviluppo e diffusione della tecnologia informatica a livello mondiale e l’incremento massivo dei reati informatici hanno portato all’aumento del contenzioso amministrativo e giudiziario specie in tema di trattamento illecito di dati personali e di risarcimento per danni materiali e morali.
Anche dopo l’entrata in vigore della L. n. 547/1993, purtroppo, non vi è stata l’attenzione alla prevenzione e repressione dei reati informatici/telematici, da parte delle aziende e dei singoli professionisti che rispondono in via diretta alla mancata protezione dei dati sensibili.
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